domenica 29 luglio 2012

Mukiri


La cantoria della chiesa di Mukululu- Kenya
Domenica 8 luglio abbiamo preso parte ad una partecipatissima messa nella chiesa di Mukululu: inutile dire che si è trattata di una esperienza indimenticabile.
In questo post vorrei soffermarmi sulla figura di fratel Giuseppe Argese, costruttore di questa chiesa.

(dalla rivista Missioni Consolata:) "Quando aprì il campo di Mukululu, fratel Argese poteva condividere la sua fede con una manciata di cattolici nella cappella di fango. Non ha avuto tempo di fare catechesi o altre attività di evangelizzazione diretta; eppure oggi la comunità conta più di 2.500 fedeli. La capanna originaria è rimpiazzata da una bellissima chiesa, consacrata nel 1986, 75º anniversario dell’evangelizzazione del Meru, dal vescovo Silas Njiru, che l’ha dichiarata santuario diocesano dedicato alla Madonna Consolata. E la chiesa è diventata troppo piccola per accogliere tutti la domenica. Così, dal 1996, ha iniziato ad ampliarla.
Il santuario è cresciuto insieme alla comunità e in base ai ritmi di lavoro imposti dalla costruzione dell’acquedotto; si è innalzato pietra su pietra, in un’armoniosa combinazione di colori diversi: pietre marroni, rosse, rosa, gialle, nere, bianche... tagliate dagli scalpellini, come nella costruzione delle cattedrali medievali, ciascuna con la sua forma particolare, secondo la posizione specifica da occupare nell’edificio: eloquente immagine della chiesa vivente, dove ogni singola persona è una pietra viva, posta sulle fondamenta della pietra angolare che è Gesù Cristo."

 (da Ithanga.com) "La gente del Kenya ha ribattezzato Fratel Argese “Mukiri”, il silenzioso: uomo di poche parole, ma di tante opere, portate a compimento per il bene della sua gente. E’ la fine degli anni ‘50 quando Fratel Argese entra in contatto con la Tuuru Home for Disabile Childrens, una struttura che accoglie e cura bambini poliomielitici in condizioni assai precarie anche a causa della mancanza di acqua.   Da qui prende il via l’attività di Mukiri con il Tuuru Water Scheme, che oggi, dopo anni di ricerche e tentativi, non solo procura l’acqua ai bambini disabili, ma all’intera popolazione di Nyambene.
Tante gocce danno… la vita: questa è l’intuizione geniale di Mukiri, che diventa ragion pratica nella escavazione di lunghi tunnel sotterranei che raccolgono l’acqua di scarto delle piante.
Queste lunghe gallerie trasudano gocce, che, raccolte in canalini di scolo, diventano rigagnoli. Uniti insieme formano una ingente riserva idrica che disseta gran parte della popolazione.
Ma Mukiri non si ferma qui, cammina in foresta: giornate intere a cercare sorgenti, che diventeranno la premessa del Tuuru Water Scherme. Il percorso naturale delle acque di sorgente si trasforma nei percorsi artificiali costruiti da Mukiri.
Per calcolare distanze, pendenze, punti di riferimento Fratel Argese traccia dei percorsi avanti e indietro, per giorni.
L’acquedotto di Nyambene oggi si estende per oltre 250 Km, fornendo più di 8 milioni di litri d’acqua al giorno a più di 230 mila persone, a 43 mila capi di bestiame e 21 mila tra capre e pecore. Migliaia di persone, prima costrette ad impiegare intere giornate per raccogliere pochi litri d’acqua, ora vi hanno accesso, grazie al sistema che canalizza piccoli ruscelli e corsi d’acqua. A Tuuru ci sono due fontane pubbliche con acqua potabile e più di mille connessioni private all’acquedotto.

La salute e l’igiene delle persone e del bestiame sono notevolmente migliorate. Il Tuuru Water Scheme ha portato frutti, ortaggi ed anche vigneti; ha dato lavoro e quindi promozione umana. Il Tuuru Water Scheme è in realtà solo l’inizio di una lunga attività di Fratel Argese che tuttora non si è fermata e che ha portato alla pianificazione e costruzione di numerosi lavori riguardanti la raccolta e la distribuzione dell’acqua, come gli acquedotti di Engoji, Murinya-Kirirua, Nkabone, Riiji, Mukinduri, Tigania, Isolo, Nkubu, Nthambiro, Timau e Kathita-Gatunga."

Giuseppe Argese (al centro) con Enrico e Sandro (LVIA)
domenica 8 luglio 2012


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